Capodanno

Sul mio piccolo mappamondo
la realtà mi schiaffeggia
dimostrandomi l’irrealtà
vomitata dal televisore
“consumate, mangiate, bevete,
ballate, festeggiate, cantate”.

Si va consumando la notte,
lenta partorendo il mattino
di un primo giorno dell’anno
che è già troppo simile a ieri,
non fosse per il fumo dei fuochi
che ne hanno percosso il cielo.

Il mappamondo mi dice
che, solo a due dita da qui,
altri fumi impregnano i morti
sdraiati tra le macerie
e che ormai più nessuno sotterra
per non venir sotterrato.

Lì fin che si odono scoppi
vuol dire che si è ancora vivi,
non serve che un televisore
inviti a bere, a mangiare, a ballare,
perché nulla lì è meno reale
della vita, del sorriso, del canto,

solo il pianto è spontaneo, il terrore,
a due dita da qui sulla terra,
non può fermentare che l’odio,
se la terra è bagnata col sangue,
se si strappano i figli alle madri,
se a parlare è soltanto il cannone.

1 gennaio 2024