AI, Il domani

Che mondo
andiamo costruendo, anzi accettando,
in questo galoppare su una pista
che nessuno di noi sa dove vada,
né si chiede dove ci stia portando?
Eccoci quindi sudditi obbedienti
di un Moloch invisibile e affamato
di intelligenza umana da ingoiare,
trasformare in un bolo di sapere,
da digerire, e vomitarci addosso

in un mondo impazzito
che sembra ormai avere come meta
confondere il concreto e il virtuale
tra ditate su smartphone e un abbraccio,
tra chi canta, chi scrive, sta suonando.
Chi lo ha deciso che è davvero questo
che ci conviene fare, lasciar fare,
se è proprio lì che ci conviene andare,
se è questo a doverci guidare,
decidere, istruire, comandare.

E’ un mondo
che ci chiede di abdicare
alla possibilità di fare sbagli,
affida a un’esattezza sovrumana
la propria vita, senza dubitare,
dubitare di chi dovrà istruire
la sovrumana esattezza che governa
bisturi, leggi, armi, conoscenza,
sceglie per noi chi è alleato, chi nemico,
di chi possiamo fidarci per capire.

Daremo retta
a un assortito cumulo di dati
secondo logaritmi elaborati
da un monte di bugie prefabbricate,
informate su -ci piace non ci piace-,
parlandone con un incravattato
fatto di pixel assemblati a Denver
su tre computer fabbricati in Cina,
e farciti secondo le istruzioni
digitate a Treviso da un clonato.

7 novembre 2023