La rete è a strascico
Per sapere chi è Carlo cinque tasti,
per dire -siamo amici- invece due,
se qualcuno è interessato alla mia età
basta un giretto in rete e lo sa già.
Tempo impiegato? Circa tre minuti.
Ho il mondo in tasca, piatto e sotto vetro,
per vedere com’è fatta Bogotà,
o per Como o Lentate tre ditate,
forse quattro, senza staccare il culo
dalla sedia, o mentre bevo un caffè,
oppure voglio un libro, un fidanzato
un cane, un imbianchino, anche un cuscino?
Domattina li ho in casa senza sforzo.
Cosa è successo? Be’ è sparito il tempo,
variabile del tutto ininfluente
in questa vita farcita di algoritmi
e di programmi e di app, che ci raccontano
che sappiamo far tutto senza farlo,
senza perdere tempo ad impararlo
e il tempo, quello vero, si è ridotto
a cosa dell’anagrafe, a due date
nato il tal giorno e morto il giorno dopo,
di mezzo un matrimonio o anche un divorzio.
forse due più qualche figlio e dei nipoti.
Magari delle ferie al mare, ai monti,
comunque sempre smartphone alla mano,
per vedere chi si ricorda che esistiamo,
per dire che ci siamo e che qui siamo
La prova è questa foto che postiamo,
-che bella bravo che bello sì torniamo-
Invece era meglio il tempo dell’attesa,
di una cosa cercata o un luogo strano
scovato dietro casa, non lontano.
Pochi giorni e mi procurava un libro,
la libraia qui all’angolo, e il postino
portava lettere attese con pazienza.
Il tempo c’era e non lo si ammazzava,
lo si viveva facendo delle cose,
non guardando uno schermo, usato male,
che fa finta di farle al posto nostro.
E intanto il tempo vero lo viviamo
soltanto quando stiamo lavorando,
quando è tempo venduto per campare,
poi, quello nostro davvero, lo sprechiamo
appiccicati a una trappola infernale
che lo annulla, mentre ci trastulliamo
cliccando finte liti e finti amori.
Ma è un discorso da vecchi: tanti auguri!
8 aprile 2021