Canzone per Giovanni

Questo Mercedes che ti sta aspettando
a bocca aperta come un coccodrillo
è come la città che corre in tondo
indifferente a ciò che accade intorno.
Devo dirti una cosa amico mio
ora che hai chiuso il piano con un tonfo
che mi risuonerà dentro il cervello
e dentro il cuore chissà quanto tempo.

Sono partito lungo una mia strada
com’è stato per tutti a uno a uno
rassegnato alla fine della storia
che ci aveva raccolti attorno a un sogno
sono andato perdendo e ritrovando
la rotta di una vita disillusa
vissuta sempre come resistenza
a un’esistenza gretta ed egoista.

Ma accadde sempre che una notte o l’altra
seguendo il filo di un’antica insonnia
cercando un posto un piano e un motivo
io ti trovassi dietro quella porta
tra peli e tasti con le spalle curve
fisso come colonna della peste
a ricordarmi il senso e la ragione
di questo stare al mondo per cantare

di questa fedeltà di carta e penna
di queste discussioni a non finire
degli urli nati dalla convinzione
del diritto a sentire che hanno i sordi.
E quel Mercedes che ti porta via
il primo e l’ultimo della tua vita
lascia un filo di fumo che si mischia
a quello dell’incenso e così sia.

20 gennaio 2021

(testo aprile 2000, per Giovanni Del Giudice)