Il guado
Se chiudo un po’ gli occhi
a settembre nel sole
si stagliano i colli
e qui in fondo alla valle
tra salici e pioppi
il nastro del fiume
si snoda veloce
in volute sinuose
In fondo al paese
la valle si allarga
e i campi scoscesi
si fan pianeggianti
le sparse cascine
distendono l’aia
tra il rosso dei coppi
e il saluto dei cani
qui dove il paese
dirada e finisce
gorgoglia scorrendo
la bassa corrente
nel guado scintilla
e risuona nell’acqua
sui sassi del fondo
il ferro dei cerchi
sobbalza alto il carro
risuona la voce
incitando il cavallo
che inarca il suo dorso
e due braccia robuste
afferran le razze
si somma la forza
e divide lo sforzo
noi piccoli in piedi
con l’acqua ai ginocchi
si aspetta che il carro
risalga la riva
per correre ancora
all’acqua più alta
là dove ci sembra
di essere grandi
più avanti c’è un ponte
e una vecchia osteria
col campo di bocce
e coi tavoli fuori
ma sento chiamare
riapro un po’ gli occhi
e due piani più in basso
c’è piazza Durante.
28 settembre 2020