Giovanna Marini
Se ne è andata così, improvvisamente,
senza avvertire, senza darci il tempo
di accettare il suo andarsene in silenzio,
l’idea stessa che ci potesse lasciare
così, senza uno svolo, un coro, un urlo
di speranza o di disperazione,
dopo il suo tanto scrivere, cantare
e insegnare ad aprire bocca per cantare,
ma impastando le voci con i cuori
tutte insieme a farsi popolo in un coro
cantando di memoria e di sapere,
da conservare per poterlo tramandare,
ricostruire il valore di un passato
da riscoprire per saper trasmettere
a chi ci seguirà chi siamo stati,
il senso di cantare la risaia,
la mietitura, la fabbrica, la morte,
l’uccisione di un compagno di strada,
che di questo siamo fatti tutti quanti,
siamo e saremo sempre debitori,
lei lo sapeva e ce lo ricordava
restituendo spessore di cultura
a quel che tanti pensano sia solo
povertà triste da nascondere, scordare.
Un importante filo si è reciso,
in un distratto fine settimana,
chi avrà la forza di riannodarne i capi?
11 maggio 2024