Commiato

Le quattro spalle amiche, piegate
alla gentile pratica di un tempo,
cedono oggi il posto al trionfale
sberluccichio sguaiato, argentato,
cromato, del portellone affamato
di una station wagon firmata.

D’altra parte anche il tuo povero corpo
giace strizzato in un completo incongruo,
soffocato da un’assurda cravatta
cappio al collo di un’orrida camicia,
bianca più del pallore del tuo volto
truccato che nemmeno riconosco.

Chissà perché, oggi, in assenza di pietà,
gli impiegati del lutto cercano d’imitare
il rispetto che non può provare
l’industria delle esequie, che fornisce
“Funerali chiavi in mano” a chi è rimasto,
e più non sa il rapporto con la morte.

Per fortuna tu ti sei già defilato,
li guardi mentre imparano a esser soli,
e mentre si arrabattano a fare ordine
nella vita disorientata di chi resta,
sai, che anche la lingua nostra si è piegata
a rinunciare, del passato remoto, all’eleganza.

9 luglio 2022