Ciao Enrica

Sole quieto di settembre
tra le foglie dei pioppi
sopra le prime cadute
passiamo veniamo
per vederti passare
salutare ancora

l’abito di acero chiaro
sembra ma conosco poco
forse mi confondo e sbaglio
su per gli scalini di cemento
assurdamente fioriti
poi dentro nell’ombra

si parla di te senza sapere
per mestiere miserere
perdonare accogliere
miserere aspettare sperare
scusa ma devo scappare
per poter rispettare
il rito

vado ad aspettarti fuori
per vederti passare
nel sole ancora una volta
un saluto con la mano
il cuore stupito ferito
dal tuo ultimo scherzo
non capito

il tuo volo improvviso
non capito inatteso
il tuo silenzio i tuoi occhi
sotto le palpebre chiuse
la tua risata roca nell’orecchio
come conchiglia per sempre.

12 giugno 2022
(Da uno scritto del 28 settembre 1992
per Enrica Napolitano)