Diciotto a settembre
Decise precise ignare
di sbavature ansiose
giovani dita danzano
corde tastiera e plastica
sulla mia retina stanca
sul mio sterno percosso
dai decibel che impietosi
scandiscono ritmo nel fumo
nella danza rituale
che percorre la scena
gli anni che ci separano
sembrano prenderci in giro
pietoso legame sottile
gli alamari colorati
traspaiono Sergent Pepper
rasserenante memoria
mentre avvolto nel battere
dell’ossessivo rimbombo
l’algido volto impassibile
segna l’apparente distacco
lo riconosco assorto
come quello del padre
come il mio un tempo
sopra un semplice accordo
chi suona a occhi chiusi
è veramente solo
a seminare se stesso
nel buio
9 giugno 2022
(da uno scritto del 2008,
per Giulio Rusconi, chitarrista rock)