Sulla banchina (Il treno)
Era cambiato qualcosa,
ma forse stavo solo volando,
forse troppo in alto,
e certo fantasticavo
grandi cose, o solo vivevo,
convinto di capire
ciò che andava accadendo,
che sarebbe accaduto.
E molto è accaduto,
senza che me ne accorgessi,
preso com’ero a sognare.
Il treno è ripartito,
ignota destinazione,
interessi diversi,
stessi passeggeri forse,
stessi macchinisti certo.
Io fermo sulla banchina,
fedele alla consegna
che mi ero assegnato,
io, con le mie parole
presuntuose quanto un corpo
disteso sui binari,
mentre i fanali di coda
si allontanano, nel buio
diventano puntini, rossi,
e infine anche il rosso svanisce.
Come i sogni, del resto.
2014