Non senso e utopia
Bello sarebbe un mondo privo di preghiere
nel quale chiedere non abbia senso,
dove implorare sia soltanto un verbo
che non ha nessun senso coniugare,
e un dio abbia senso come ha senso il nulla
e come il nulla abbia un nome e non un senso.
Come un pretesto, una domanda, un rebus,
un accidente cosmico o un terrore
di quelli che hanno nido nel cervello,
ma che il cervello però non sa spiegare,
inventato per dare corpo alla paura,
un ologramma che non ha senso conservare.
Ci si racconta che siamo figli suoi,
fatti a immagine sua, sua somiglianza
e meno male che è solo un’invenzione
perché ci sarebbe di che preoccuparsi,
che a essere figli suoi si campa poco,
senza alcun senso e si finisce male.
Ma un senso c’è, ed è guardarsi attorno
e dare un senso al nostro stare al mondo,
avere cura di ciò che abbiam trovato,
terra, acqua, piante ed esseri viventi,
tutto di tutti e tutto da rispettare:
e non avrebbe senso pregare ed implorare.
Ora però rimettiamo i piedi a terra
che le utopie son belle da sognare,
ma sette o otto miliardi di creature
complete di auto, di armi, e di appetiti,
neppure un dio riuscirebbe a governarle.
Ma ci potremmo anche estinguere, non male!
Vero, ci potremmo anche estinguere, non male!
La Terra, con la flora e con la fauna,
senza di noi riprenderebbe a respirare.
17 gennaio 2022