I danzatori

Cammino nello stanco
verde di un parco urbano
in un lento vagare
sotto il sole d’inverno,
scricchiolare di foglie
gelate sotto il passo.

Come cristallizzate
fronde di sempre verde,
rigide come trine
di tendine sui vetri
di un salotto deserto,
in una vecchia foto.

Eppure questo luogo,
nell’estate rifugio
d’ombra dall’afa cupa
che soffoca la città,
mi è forse anche più caro
e simile, in questo inverno.

Rari passi di corsa
di sgargianti colori
mi sfiorano veloci,
chissà per quante leghe
dovranno correre ancora,
prima di dirsi stanchi.

Ed ecco la radura,
ecco i miei danzatori,
scese le foglie a terra
si tendono l’uno all’altro
come in un impossibile
stacco dalle radici.

Sembra attendano me,
lo so e non li tradisco,
ci giro attorno piano
ed ecco il loro slancio
come per sortilegio
trasformarsi in abbraccio.

Saluto i danzatori,
riprendo a camminare,
non mi giro a guardarli,
so che sono due tronchi
dentro i quali due anime
si tendono le braccia.

7 gennaio 2022