Il balcone e le viole
Nel balcone che affaccia sul cortile
mezza ciotola di viole appesa al muro
e le corde per stendere il bucato
sole solo nel pomeriggio e verso sera
sventolano le lenzuola e gli altri teli
con uno schiocco lieve e un mescolarsi
di colori con il blu della ringhiera e le viole
macchiano di poesia il muro sbiadito
balconi poveri quelli che danno sui cortili
ripostigli all’aperto di ogni cosa
che nessuno vuole tenersi dentro casa
scale armadietti scope urla e litigi
sul nostro no perché amiamo quel balcone
testimone di ciò che non si vuole
che si sappia si veda o che si ascolti
noi sentiamo per lui affetto e pena
ecco il perché delle viole appese al muro
e la pazienza e l’amore che le annaffia
e le piastrelle di gres rosse e pulite
e il piacere di uscire a stendere i panni
ma poi vien buio e risale dal cortile
stonato un coro gocciolante birra
tristezza travestita da allegria
come dal fondo di un girone dantesco
girone in cui di Dante si sa solo
che è un personaggio visto alla tv
in una serata di sobrietà forzata
uno toscano e con un gran nasone
poi si zittisce anche il coro gocciolante
poche voci si rincorrono ridendo
la realtà della notte tutto inghiotte
anche le piccole viole sul balcone
domattina quando alzerò la tapparella
saranno loro già sveglie a salutarmi
a dirmi che la vita va accettata
per quel che è con i balconi su strada
e anche quelli su corte basta poco
un poco di rispetto e mezza ciotola
di viole generose e profumate
basta bagnarle un poco verso sera
8 maggio 2021