La Nives
Ricordo la neve puntuale
venirci a trovare ogni inverno
annunciata da un’aria sottile
dal profilo già bianco dei monti
e dal verde più cupo dei boschi
che abbracciavano le ultime case
poi col buio arrivavano i fiocchi
come candide foglie cadenti
nel silenzio il latrare dei cani
si faceva guaito e poi tutto
in un antico solenne rituale
si zittiva e ci abbracciava la notte
e al mattino era un freddo diverso
ad accoglierci come sospeso
come a dirci che sotto quel manto
era vero che il pane nasceva
che non era una morta stagione
l’inverno ma una gestazione
era quella che La Nives, maestra
con pazienza spiegava e spiegava
che leggendo recitava con noi
il girotondo del mondo e del tempo
correggendo le esse e le doppie
che impietoso il dialetto storpiava
Sono qui e oltre il vetro una neve
che da tempo non ci è familiare
scende lieve e mi porta il ricordo
di una donna che paziente narrava
ai bambini di un piccolo borgo
che la neve è una grande ricchezza
che la neve protegge che è vita
2 dicembre 2020