le fandonie dei preti dimenticate
chi predicava bene fu sbranato
mangiato vivo in una qualche festa
o forse festival non c’è memoria
in questo tempo senza calendario
tutto ciò che non è sopravvivenza
non entra nel discorso non ha fiato.
Crollano i cornicioni sulla testa
di corpi ai quali non si può far male
chi qualche traccia di grasso ha conservato
da solo si nasconde e si consuma
mentre sotto un groviglio di stendardi
abbandonati al vento di una sera
senza stagione si trascina lento
il passo di chi resta: l’accattone.
Gira smarrito con il braccio teso
ricoperto di stracci di Fiorucci
e incontra solo braccia nude e smunte
coperte dai brandelli delle tute
carità pane amore chi sapeva
di queste cose chiede con tristezza
chi non sapeva urla con rancore
ma tra accattoni manca la risposta.
E con il buio si rintana lento
dentro le auto morte lungo i viali
dentro i tram radicati alle rotaie
dietro le insegna spente dei locali
nei cimiteri senza più ragione
chi si è fatto la cuccia negli altari
chi si è nascosto dietro le prigioni
l’esercito dei vivi: gli accattoni.