son dentro da sei anni
sono sei anni e un giorno
che non faccio all’amore
ormai odio il mio corpo
che non si sa scordare
di essere ancora vivo
non si vuol rassegnare.
Avevo una ragazza
scriveva ogni tre giorni
le ho scritto –lasca stare
rifatti una tua vita-
sono anni che di notte
mi trovo ad ansimare
stringendo tra le braccia
me stesso ed un ricordo.
Tu direttore e prete
tutori del ricatto
che si nasconde dietro
questo gran baccanale
so che siete impazienti
di vedermi saltare
addosso ad un compagno
come un cane ad aprile.
O giustizia italiana
baldracca mercenaria
che usi del mio corpo
come se fosse tuo
per questo sei pagata
per farmi rantolare
ma è solo tuo il piacere
io devo solo urlare.
Vorrei qui nella branda
la vergine che in chiesa
allarga le sue braccia
stando su un piedistallo
a consolar suo figlio
la vorrei qui svestita
di Edipo me ne frego
sono io che ora sto male.
Tu direttore e prete
tutori del ricatto
che si nasconde dietro
questo gran baccanale
so che siete impazienti
di vedermi saltare
addosso ad un compagno
come un cane ad aprile
non vi rendete conto
che l’unica mia voglia
col tempo è diventata
quella di farvi fuori
insieme a tutto quello
che chiamate giustizia
e invece è la maitresse
del bordello statale.